La crisi influenza anche l’andamento dei protesti che tra gennaio e giugno di quest’anno si  sono ridotti di un terzo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: 15 milioni di euro contro i 22 del 2013. Sicuramente ha influito sul fenomeno la “reticenza” da parte dei consumatori e delle imprese a spendere e da parte dei creditori la “diffidenza” ad accettare pagamenti  ritenuti poco affidabili. Il numero dei titoli protestati si è  ridotto  del 20%, passando da 13.779 a 11.033, mentre il valore degli stessi  è diminuito del 32,4%.  Il calo ha interessato tutte le tipologie di titoli di credito, in particolar modo gli assegni, il cui numero è passato dal 1.375 a 749 registrando una diminuzione quasi del 50%  (45,5%), mentre il loro valore   è diminuito di 2 milioni di euro, assestandosi a 4,4 mln contro  i 6,4 mln del medesimo periodo del 2013; il valore medio di ciascun assegno protestato è però aumentato passando da 4.696 a 5.914 euro  (+26%).

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Ultima modifica
Gio, 25/09/2014 - 12:37