Protesti ancora in calo nel 2015, tra gennaio e dicembre dello scorso anno imprese e consumatori salentini hanno visto 21,7 milioni di euro in assegni e cambiali respinti al mittente. Il calo è inferiore del 21% rispetto al dato del 2014 (27,5 mln) e pari alla metà rispetto al 2014 (42,2 mln). L’ulteriore rallentamento dei titoli scoperti riflette la prudenza di chi vende beni e servizi nell’accettare assegni o cambiali in un quadro economico ancora incerto permeato ancora dagli effetti della lunga crisi.
I dati, che per la prima volta vengono scomposti tra protesti delle persone giuridiche da un lato e persine fisiche e imprenditori individuali dall’altro, evidenziano il peso dei protesti degli imprenditori sui protesti in generale. Il Presidente dell’Ente Alfredo Prete sottolinea che “Oltre la metà del valore degli effetti protestati è riconducibile ad una società, per la Puglia è il 54,8% in linea con il dato nazionale (55,9%). Dall’analisi emerge, inoltre, che l’importo medio dei protesti pugliesi che hanno coinvolto un’impresa (€ 2.776,00) è più del triplo rispetto all’importo medio riferito alle persone fisiche (€ 875,00). Rimanendo sempre in Puglia si osserva che questa ha la concentrazione più elevata dei protesti per imprese, preceduta solo dalla regione Calabria, con 13,9 effetti protestati per 100 società registrate, numeri che indicano le difficoltà delle imprese pugliesi, e più in generale dell’Italia meridionale, ad onorare i propri impegni. Le società che operano nelle regioni del nord hanno meno problemi a tener fede ai propri pagamenti: basti pensare che in Lombardia vengono levati 5,6 protesti ogni 100 società registrate , in Veneto 3,3 e in Trentino Alto Adige 1,9”.
