Il 2017 registra un’ulteriore frenata per i protesti sul territorio salentino: 11.178 titoli di credito contro i 13.519 dello scorso anno (-17,3%) per un valore di 10,8 milioni di euro contro i 14,3 del 2016, con una flessione del 24,4%. A partire dal 2010 i mancati pagamenti dei leccesi evidenziano un trend discendente, con un’unica eccezione del 2012, passando dagli oltre 47 milioni di euro (2010) agli attuali 10, riducendosi a poco più di un quinto.
“Il calo dei protesti – commenta Alfredo Prete, presidente dell’Ente camerale – è imputabile a più cause. Sicuramente, pur in presenza di lievi segnali di ripresa per l’economia, sia le imprese che i cittadini, sono ancor molto restii ad accettare promesse di pagamento, segno di una perdurante cautela nei rapporti d’affari e di poca fiducia in una ripresa economica ancora instabile e debole, in particolare nel nostro Mezzogiorno. Ma bisogna aggiungere che il trend discendente dei protesti è in parte attribuibile al minore utilizzo dei titoli protestabili in favore di altre soluzioni connesse alla moneta elettronica e ai servizi di e-payments utilizzati soprattutto nell’ambito del commercio elettronico (e-commerce). Secondo i dati della Banca d’Italia negli ultimi dieci anni il numero di assegni si è ridotto da 359 a 149 milioni, per un valore complessivo che è sceso d 815 a 316 mila miliardi. E’ evidente che riducendosi il numero degli assegni in circolazione si riduce conseguentemente anche il numero di quelli non andati a buon fine”.
